Nei giorni 28 e 29 Marzo, ad una settimana dall’equinozio di primavera, si sono svolte le due giornate sull’ Ars Hillmaniana ispirate a ‘Il codice dell’Anima’ , condotte da Riccardo Mondo e Claudio Widmann, e che ha visto protagonisti il gruppo di studio dell’ IMPA, gli allievi del CIPA e dell’ Istituto di Ortofonologia all’interno di una cornice sperimentale, sotto forma di un laboratorio esperienziale.
Lo spazio che ci accoglieva era l’Aula Magna del liceo scientifico Boggio Lera di Catania, (che ormai gentilmente ospita le nostre iniziative da più di un anno) allestito in un circolo di sedie contornate da una particolare istallazione, realizzata dagli architetti Giulia Di Natale e Claudio Montaudo, che permetteva agli astanti di fare già esperienza di un cerchio simbolico delimitato da tanti pannelli di carta sospesi da invisibili fili a raggiera, creando un percorso ‘concentrico’ e tortuoso per poter prendere posto.
Quasi a indicare che la strada per esplorare il proprio codice interno e trovare il proprio daimon, necessiti di una circumambulatio attorno a segni e significati via via sempre più interni.
Il laboratorio è stato introdotto dal suggestivo video di Marisa Capace, che ha interpretato artisticamente il tema hillmaniano e che ormai è una tradizionale ‘sigla’ di ogni evento firmato dall’IMPA.
Il testo di Hillman è stato stavolta ‘squadernato’ nei dieci capitoli, ciascuno declinato in chiave clinico-narrativa da dieci di noi, soci dell’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica, che sono stati amplificati poi da Widmann e da Mondo come in una danza dialogante tra l’Io e il molteplice interno, le cui voci si infittiscono talvolta confondendo e altre volte aprendo nuove visuali.
Per la prima volta, inoltre, in questo ‘laboratorio analitico di gruppo’, si è integrata la psiche ai sensi. Infatti, il clima delle due giornate è stato ‘riscaldato’ anche dai suoni non convenzionali di strumenti inusuali del musicista Luca Recupero che ha suggerito con le vibrazioni del marranzano e del didjeridoo, un mosaico immaginale di gruppo che è stato condiviso come feedback finale.
Silvia Alaimo
www.silvia-alaimo.it
Il centro di un gruppo sociale è sempre un simbolo religioso e la cerimonia è un gioco simbolico (Jung “Analisi dei Sogni” ).
Ci colpisce molto che una considerazione di tale ampio respiro sia esplicitata tra le righe di un seminario sul metodo dell’analisi dei sogni … ci colpisce e anche ci ispira!
I due giorni che l’Impa ha dedicato al “Codice dell’Anima” di James Hillman hanno rappresentato il tentativo (speriamo ben riuscito) di esportare dinanzi ad un auditorio pubblico, l’esperienza di lavoro di un ristretto numero di psicoterapeuti, il quale su sollecitazione di Riccardo Mondo, ormai da anni, si dedica all’approfondimento clinico/metodologico del fecondo pensiero immaginale di J. Hillman.
Il “Codice dell’Anima” ha venduto 400.000 copie … una sorta di best seller sulla psiche che magari, proprio in virtù dell’enorme successo editoriale, ha anche suscitato in una corposa fetta di specialisti del settore, una certa diffidenza circa il suo valore clinico; nei fatti, non molti si sono cimentati in una verifica empirico/metodologica delle asserzioni contenute in questo straordinario testo.
Il gruppo IMPA ci ha creduto, non senza riserve … fecondi dubbi, però, che hanno spinto Riccardo Mondo a ritenere utile un confronto sul metodo clinico ispirato alla psicologia archetipica, al di fuori dell’IMPA, in presenza di un secondo supervisore, un ospite d’eccezione, il dott. Claudio Widmann.
Il principio di condivisione ha rappresentato, dunque, il movente principale del seminario sul “Codice dell’Anima”, all’interno del quale diversi psicoterapeuti hanno presentato il loro metodo di lavoro attraverso alcune narrazioni cliniche.
Nell’aula magna del liceo Boggio Lera, abbiamo trovato sessanta sedie disposte in modo circolare, attorniate da lunghi decorati pannelli di carta, i quali in sequenza parevano rappresentare una protezione (il temenos), volta a conferire allo spazio la sacralità che è necessaria ogni qual volta si intenda parlare pubblicamente dell’umana sofferenza, in questo caso di quella psichica … e se questo non fosse bastato a garantire il rispetto per le storie cliniche narrate, al resto ha pensato il dott. Widmann, il quale, chiamato a commentarle, lo ha fatto senza mai entrare nella specificità dei singoli casi, bensì offrendo a propria volta racconti a carattere amplificatorio, storie mitiche, senza tempo e senza spazio, ma che magicamente hanno echeggiato i campi archetipici costellati da ogni singolo caso.
L’analista cantastorie ha permesso, insomma, una revisione immaginale del modo d’intendere la patologia e la cura.
Condivisione, sacralità dello spazio, pensiero immaginale, idea metodo della cura sono stati gli ingredienti fondamentali del seminario IMPA e ad essi vorremmo aggiungere l’aspirazione verso una conoscenza in grado di confluire in quel, ben più vasto, flusso sapienziale alimentato dalla consapevolezza d’essere tutti parte di un processo culturale e nel contempo ciascuno da solo insufficiente al dispiegamento dello stesso.
In questo senso può intendersi la migrazione di sabato pomeriggio, dei partecipanti al seminario Impa presso le Terme della Rotonda, dove si è tenuto l’evento “Spazio sacro/Spazio della cura” , un incontro formativo promosso dal CIPA in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali. Una sorta di gemellaggio, dunque, che ha inteso proporre l’interculturalità quale valore aggregante e numinoso in virtù del quale celebrare il simbolismo dell’Anima.
Fabrizia Vinci
■ Pubblicato il 14 April 2014, 13:01 da
S. A.
■ Modificato il 23 June 2019, 14:02 da
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